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IL CASO : COSA E’ IL METODO STAMINA ?

10/18/2013|EDITORIALE
Il metodo Stamina è un trattamento terapeutico a base di cellule staminali inventato da Davide Vannoni, presidente e fondatore della Stamina Foundation Onlus.
Questa tecnica prevede la conversione di cellule staminali mesenchimali, cellule solitamente destinate alla produzione di tessuti ossei e adiposi, in cellule del tessuto nervoso, dopo una breve esposizione ad acido retinoico diluito in etanolo.
Il tessuto nervoso è composto da due tipi di cellule:
1. neuroni, veri responsabili della ricezione e della trasmissione degli impulsi nervosi,
2. cellule della glia, o nevroglia, che hanno funzioni di supporto strutturale e funzionale rispetto ai neuroni. Vengono impropriamente considerate come parte del tessuto nervoso alcune cellule connettivali di natura fibrosa, che offrono un sostegno strutturale al tessuto nervoso.
La terapia del “metodo Stamina” consiste nel prelievo di cellule dal midollo osseo dei pazienti, la loro manipolazione in vitro (incubazione delle cellule staminali per 2 ore in una soluzione 18 micromolare di acido retinoico), e infine la loro infusione nei pazienti stessi.
Questo metodo viene descritto dal suo ideatore come utile per curare malattie di diverso tipo, anche molto diverse tra loro per cause, sintomi e decorso.
Il metodo viene indicato da Vannoni per la cura di 120 malattie neurodegenerative.
Il Comitato, istituito dal ministero della Salute, ha bocciato all’unanimità il metodo Stamina, esprimendo un parere negativo sull’opportunità di iniziare la sperimentazione clinica. Nel rapporto dei periti il metodo Stamina è stato bocciato perchè «privo di consistenza scientifica» e potenzialmente pericoloso per la salute dei pazienti.
Le cellule immature del midollo osseo possono essere trasformate solo in cellule di ossa, pelle e cartilagine, mentre il “Metodo Vannoni” sostiene la possibilità di trasformarle in cellule nervose.
«Nessuno finora è stato in grado di dimostrare in modo convincente che sia possibile trasformare una cellula del midollo osseo in una cellula nervosa», ha osservato su Nature Elena Cattaneo, direttrice del Laboratorio di cellule staminali dell’università di Milano.
Non ci sono dimostrazioni di efficacia nemmeno per il direttore dell’Istituto per le cellule staminali e la medicina rigenerativa dell’università di Stanford, Irving Weissman.
Il direttore generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), Luca Pani, ha affermato: «Vediamo un tale caos, so che non esiste un metodo».
L’ Ufficio brevetti degli Stati Uniti aveva respinto la richiesta di Vannoni per gli insufficienti dettagli metodologici «e perchè le cellule in coltura sembravano <>.
Questo metodo provoca trasformazioni cellulari dubbie.
Vannoni sostiene di riuscire a differenziare cellule staminali mesenchimali, che normalmente possono differenziarsi in cartilagine e tessuto osseo o adiposo, in neuroni, e nel giro di poche ore. Nel nostro corpo, invece, lo sviluppo di cellule neuronali procede molto più lentamente, richiedendo settimane
ASSENZA DI PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE
Il metodo Stamina non è stato mai descritto da nessuna pubblicazione scientifica, e come tale non è accessibile - e tantomeno verificabile - da parte di altri ricercatori.
NON E’ RIPRODUCIBILE
Il metodo terapeutico non è riproducibile, una caratteristica imprescindibile di qualsiasi processo che voglia dirsi scientifico. L’unica pubblicazione disponibile è la domanda di brevetto presentata da Vannoni nel 2010, la quale però, più che dare corpo al metodo, ne avrebbe sottolineato il carattere dubbio, e non solo.
Un’ indagine condotta dalla rivista Nature aveva rilevato come il metodo Stamina fosse tutt’altro che trasparente, addirittura basato su una manipolazione dei dati, con foto copiate da altri articoli.
EFFICACIA E SICUREZZA
Per una malattia che non ha alcuna terapie o cura efficace, è possibile somministrarne una che non sia ancora "autorizzata" ma che abbia due caratteristiche:
1. sia almeno in una buona fase di sperimentazione ed il paziente ne riceva beneficio.
2. La "cura" inoltre deve essere accompagnata da tutta la documentazione relativa alla sua efficacia, alla sicurezza, alla modalità di somministrazione. In realtà la cura con le staminali non è "sufficientemente sperimentata" e quindi non è chiaro come mai sia stata autorizzata la sua somministrazione, senza considerare che, come recitano i verbali dell'ispezione NAS-AIFA non erano soddisfatti nemmeno i requisiti di sicurezza né erano stati depositati i documenti relativi alle sue presunte azioni sulla malattia.
L'appello dell'associazione famiglie SMA Onlus
"Tutti noi, ovviamente, ci auguriamo che al più presto ci sia una terapia per la SMA, se non definitiva, almeno parziale. Ma in questa vicenda, che ci riguarda direttamente, sentir usare incondizionatamente e senza nessuna cautela la parola CURA, senza ad oggi nessuna prova scientificamente valida, alimenta dolore e frustrazione, in chi vive la malattia."
 

 

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